TRANSIZIONE 5.0: una misura per le imprese divisa tra opportunità, ritardi e difficoltà burocratiche
Introduzione
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), a partire dalla fine del 2023, ha cercato di rispondere alle esigenze di molte aziende, in particolare del settore manifatturiero, rilanciando le politiche incentivanti per l’acquisto di beni materiali e immateriali. Questi incentivi, introdotti inizialmente con il piano Transizione 4.0, stanno perdendo attrattiva a causa della riduzione delle aliquote di credito d’imposta. In questo articolo, esplorerò le principali caratteristiche del nuovo piano, i suoi vantaggi, le complicazioni che le aziende devono affrontare e come noi possiamo risolverle.
Cos’è la Transizione 5.0? È un’evoluzione del piano Transizione 4.0?
È importante chiarire che il piano Transizione 5.0 non sostituisce il piano Transizione 4.0 e non può essere considerato una sua evoluzione per diversi motivi:
- Fondi pubblici: I fondi destinati al piano Transizione 5.0 provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), grazie alla concessione dell’Unione Europea, mentre il piano Transizione 4.0 è finanziato dal bilancio dello Stato.
- Agevolazioni non cumulabili: Le agevolazioni del piano Transizione 5.0 non sono cumulabili con quelle del piano Transizione 4.0.
- Durata: Il piano Transizione 5.0 è previsto per il biennio 2024-2025, concludendosi contemporaneamente al piano Transizione 4.0.
- Obiettivi: Il piano Transizione 5.0 mira alla transizione digitale ed energetica, mentre il piano Transizione 4.0 non prevede vincoli specifici in termini di sostenibilità ambientale.
Nonostante queste differenze, entrambi i piani incentivano l’adozione di tecnologie descritte negli allegati A e B della Legge no.232 del 2016, con l’aggiunta, nel piano Transizione 5.0, di agevolazioni per sistemi di monitoraggio energetico e sistemi gestionali aziendali.
Il cuore della misura prevede la possibilità di accedere a un credito d’imposta fino al 45%, se l’intervento di innovazione produce una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% o il 5%, rispettivamente per la struttura produttiva o per il singolo processo innovato, e se i beni interessati possiedono i requisiti previsti dal piano Transizione 4.0.
Inoltre, sono agevolabili spese per:
- Formazione del personale sulla transizione energetica e digitale dei processi produttivi.
- Beni materiali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo.
Tempistiche e Attuazione
Sebbene il piano Transizione 5.0 sia stato convertito in legge il 7 maggio 2024 e sia in vigore dal 1° gennaio 2024, ad oggi (26/07/2024) non è ancora possibile accedere effettivamente all’agevolazione a causa di diversi ritardi burocratici:
- Mancanza del decreto attuativo definitivo e approvato dalla corte dei conti;
- Canale informatico per le comunicazioni con il GSE non ancora attivo;
- Assenza di tool, format e guida tecnica per le certificazioni energetiche.
- Mancanza delle circolari dell’Agenzia delle Entrate necessarie per l’utilizzo del credito d’imposta.
Si prevede comunque, stando alle dichiarazioni del Ministro Urso che il piano sarà attivo entro agosto.
Sfide Tecniche
Oltre alle difficoltà burocratiche, esistono anche sfide tecniche per l’attuazione del piano:
- Tempistiche di realizzazione: Progetti complessi potrebbero richiedere tempi lunghi per la fornitura e l’installazione, rendendo difficile il rispetto delle scadenze.
- Efficacia dei nuovi beni: Non tutti i nuovi beni possono produrre un risparmio energetico significativo, limitando l’applicabilità del piano.
- Fornitura di sistemi di autoproduzione energetica: La domanda concentrata in un breve periodo potrebbe causare ritardi nella fornitura di tecnologie rinnovabili.
- Saturazione degli ordini: Un afflusso massiccio di ordini potrebbe sovraccaricare i produttori, compromettendo la capacità di soddisfare le richieste entro i termini previsti.
Opportunità o Bluff?
Alla luce delle difficoltà e dei ritardi esposti, il piano Transizione 5.0 è probabilmente partito con il piede sbagliato e ha scoraggiato un po’ imprese e fornitori, MA NON PUÒ ESSERE DEFINITO UN BLUFF BENSÌ UN’OPPORTUNITÀ.
Infatti, occorre ricordare che l’importante stanziamento di fondi a supporto della misura (6,3 miliardi per il biennio 2024-2025), rende comunque Transizione 5.0 un’opportunità importante che le imprese dovranno saper cogliere, in un ambito temporale abbastanza ristretto per raggiungere i loro target di digitalizzazione e sostenibilità ambientale.
CONCLUSIONI: AFFIDATEVI A NOI DI CIEFFEI PER ACCEDERE ALL’AGEVOLAZIONE.
In conclusione, proprio per l’importante entità burocratica e, soprattutto tecnica, che caratterizza la misura in attivazione, le imprese dovranno selezionare bene il partner a cui affidarsi per accedervi: partner sicuramente contraddistinto, dalla necessità di possedere forti competenze in ambito tecnico-energetico ed economico-finanziario, nonché dalla freschezza di seguire le veloci evoluzioni della legislazione (che si prevede potrà mutare ancora in base ad alcuni elementi del DNSH).
Per questa ragione noi di Cieffei, che possiamo offrirvi queste competenze, possiamo affiancarvi nel percorso di accesso alla misura in maniera sicura ed affidabile in modo da agevolare il vostro piano di innovazione, secondo passaggi chiari e agendo in questo modo:
- Supporto per l’identificazione del progetto di innovazione ammissibile;
- Verifica dell’ambito operativo e supporto per la gestione del sistema di monitoraggio energetico;
- Predisposizione e invio della comunicazione ex-ante al GSE, comprensiva della certificazione energetica;
- Supporto alla fase realizzativa dell’investimento con predisposizione delle comunicazioni periodiche di avanzamento previste;
- Redazione perizia asseverata e relazione tecnica secondo i requisiti 4.0;
- Predisposizione e invio della comunicazione ex-post al GSE;
- Supporto per la gestione del credito d’imposta spettante.
Aconra dubbi? Chiamaci al 333/3745601 per conoscerci e avere una prima consulenza!
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